mercoledì 10 aprile 2013

PENSIERO SISTEMICO


DAL PENSIERO LINEARE AL PENSIERO FLUIDO E CIRCOLARE

Benvenuti, grazie per aver deciso di leggere questo nuovo post.

                                                             VIDEO
                             http://www.youtube.com/watch?v=mft2CgQd2a4

Oggi parleremo di PENSIERO SISTEMICO.


 Viviamo in una società complessa, costantemente caratterizzata da problematiche e contraddizioni.

Alla base di qualunque azione efficace si pone una giusta prospettiva entro cui inquadrare la Realtà: è necessario rivolgere lo sguardo oltre i fattori e gli eventi isolati, per cogliere le articolazioni e le connessioni profonde fra le cose.

Alcune domande per indurci a  riflettere:

·         Perché, a volte, quando stiamo per raggiungere un obiettivo ci sembra che questo ci sfugga? Oppure quando stiamo facendo progressi improvvisamente la tendenza si inverte?
·         Ci è mai capitato di risolvere un problema e che proprio quest’azione pare crearne una sfilza di nuovi ? o che qualcosa che credevamo risolto da tempo, ritorni a farci visita ?
·         perché un gruppo di persone che prese singolarmente sono tutte molto valide, inserite in un contesto collettivo ottengono risultati deludenti?
·         perché se aggiungiamo strade ad una città per fluidificare il traffico, a parità di veicoli questo finisce per peggiorare?

Per poter rispondere dobbiamo sviluppare una capacità di visione globale per cogliere i nessi tra eventi, cause, effetti, relazioni.

 

Solo così possiamo maturare maggiore consapevolezza di cosa causa i problemi, di cosa invece origina il successo e di quali siano i “punti di leva” maggiormente efficaci per generare soluzioni e progressi.

Un utile approccio a tali esigenze è rappresentato dal Pensiero Sistemico.
Sempre più spesso se ne parla, così come si parla di “interventi sistemici” nelle aziende, e molte scuole di business o di sociologia il concetto di “sistemico” viene citato, invocato e avocato sempre più frequentemente.

Ma cosa si intende per Pensiero Sistemico?
Il concetto è complesso, e d’altra parte il pensiero sistemico viene definito proprio per affrontare la complessità della nostra società attuale, che si manifesta a vari livelli.

Possiamo definire genericamente un Sistema come

un insieme di variabili interconnesse

 Alla base di questa definizione apparentemente semplice vi sono alcuni concetti elementari che abbiamo acquisito fin dall’ infanzia: chi di noi non ricorda di aver studiato, già nelle scuole primarie, i concetti di “insiemistica”? In matematica poi abbiamo appreso cosa significa “variabile” (dipendente o indipendente). Cosa siano le “interconnessioni” lo abbiamo intuito sistemando la catena della nostra bicicletta…

Ma possiamo rintracciare evidenti considerazioni riferibili al pensiero sistemico nella più grezza cultura popolare: si pensi a proverbi celeberrimi come “non si possono fare i conti senza l’oste” o “non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca”.

La visione sistemica è frequentemente presente anche in altri e più nobili ambiti, come la letteratura: citeremo ad esempio il poeta John Donne, ripreso anche da Hemingway in un suo famoso romanzo, che scrisse:


“Nessun uomo è un'isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una nuvola venisse lavata via dal mare, l'Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell'umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te.”

Introduciamo una semplice metafora che può essere efficace per esprimere ciò di cui stiamo parlando:
Se vuoi pescare non devi concentrarti sul pesce ma saper conoscere il fiume.
Ma allarghiamo la nostra visione: il fiume scorre in una valle (e introduciamo così l’idea di Sistema Complesso) e muta con le stagioni (e con questo abbiamo introdotto il concetto si Sistema Dinamico)!

Vi conforti sapere che il mondo in cui viviamo è un sistema dinamico e complesso!


 In sintesi: il Pensiero Sistemico rappresenta una giusta prospettiva nella quale inquadrare i problemi; esso rivolge lo sguardo oltre gli eventi isolati, cercando invece di cogliere le articolazioni e le connessioni profonde esistenti tra essi.

Abbiamo capito che quello di Pensiero Sistemico è un concetto antico, ma la sua “riscoperta” ampliata e potenziata da un’infinità di studi, teorie, applicazioni operative, è invece tipico degli ultimi decenni, riguarda i settori più disparati: dal benessere individuale alle più evolute teorie di business management.

Peter Senge, uno dei guru della disciplina afferma:
Il pensiero sistemico é un modo di pensare, é un linguaggio per la descrizione e la comprensione delle forze e delle interrelazioni che modellano il comportamento dei sistemi. Questa disciplina ci aiuta a vedere come modificare i sistemi in modo più efficiente e ad agire più in sintonia con i processi naturali del mondo naturale ed economico.  

Sempre Peter Senge:
“Le attività umane sono sistemi ma noi ci concentriamo su istantanee di parti del sistema: poi ci domandiamo perché i nostri problemi non si risolvono mai.”

In altre parole, le logiche lineari sono semplicemente uno strumento inadeguato: per questo motivo il pensiero sistemico le accantona e fonda il suo funzionamento sul “pensiero fluido e circolare”.

Si potrebbe integrare il concetto allargando il campo al pensiero laterale, che ha molto a che fare con la creatività, ovvero con la riconfigurazione delle connessioni del sistema secondo schemi inediti…ecc… ma ciò ci porterebbe fuori tema.
Magari avremo altre occasioni per parlarne.

La maggior parte di noi ha “in embrione” le potenzialità e le capacità di sviluppare Pensiero Sistemico e di applicarlo efficamente nella vita quotidiana, ma trascura di coltivarle e dunque queste rimangono nella fase latente, impedendoci di sperimentarne i benefici.

Perché oggi l’approccio sistemico alla realtà è dunque diventato necessario? Perché le vecchie logiche mostrano i loro limiti?
Se consideriamo quanto sia aumentata la complessità del mondo in cui viviamo, quanto ne siano mutate le dinamiche e le prospettive, potremo trovare molteplici risposte a queste domande.

Sin dalla scuola ci hanno insegnato ad analizzare ciò che è complesso scomponendolo nelle sue diverse parti, perché l’insieme sembra troppo “difficile”.
Così facendo finiamo non solo col perdere la visione complessiva, ma anche il senso, il significato e la portata di quello stesso elemento nel suo contesto: lo osserviamo come se fosse un’entità a sé stante.
Questo tipo di insegnamento è stato per secoli funzionale alla formazione di masse di individui adattabili allo svolgimento di mansioni schematiche e ripetitive, l’esasperazione delle quali è stata raggiunta nella catena di montaggio o in mansioni di tipo impiegatizio e burocratico.

Oggi non è più così: nella società post-moderna in cui la nostra parte del globo si è evoluta, i sistemi umani, composti da persone più consapevoli e culturalmente emancipate, non rispondono più a “regole schematiche” né seguono equazioni o funzioni matematiche a cui sembrava che potessero essere assoggettate.
E’ dunque inefficace analizzarli secondo sequenze di causa-effetto  anziché considerare le molteplici combinazioni di fattori che, influenzandosi gli uni con gli altri, costituiscono il sistema.

A lungo abbiamo condotto il nostro sviluppo come una locomotiva sui binari: bastava che il ferroviere fornisse l’energia al motore e effettuasse la manutenzione della macchina.
Ma la base di appoggio dei binari ha iniziato a diventare sempre più fluida e oggi abbiamo l’impressione che si sia trasformata in un mare agitato.
Possiamo pensare di continuare a condurre una locomotiva in mare aperto?

Questo è uno dei motivi per cui, nella maggior parte delle organizzazioni, utilizzando vecchi metodi e strategie note, che pure in passato hanno determinato il successo, nel risolvere nuovi problemi si rischia di non essere pertinenti, né - tantomeno - efficaci.
Si tratterà dunque di abbandonare la locomotiva e di cominciare a navigare in barca a vela. Naturalmente da ferrovieri dovremo trasformarci in marinai, acquisendo adeguate capacità e competenze.


Non ci inoltreremo nei meandri delle complesse teorie che sottendono il Pensiero Sistemico, ma ci limiteremo a concludere con alcune considerazioni pratiche, utilizzabili nell’ambito della nostra vita quotidiana, soprattutto per quanto riguarda in generale le nostre attività professionali.

Si può facilmente comprendere come, per esempio, un’azienda si possa definire a tutti gli effetti un sistema; lo sono anche una famiglia, una pubblica amministrazione, un’ autostrada, una squadra di calcio.

L’approccio generale è quello che viene di prassi adottato nella implementazione di cosidetti “sistemi di qualità” tipo ISO 9001, o gestione ambientale (14001).
Particolarmente di attualità quello relativo alla efficienza energetica (50001) che, peraltro è fra quelli che si autoripagano in tempi piu brevi…
Qui però dobbiamo  necessariamente generalizzare per comprendere i principi generali e che tutto ciò sottende.

Eccovi dunque alcuni punti che potrete considerare quando - ad esempio - vi si presenterà un problema o vorrete realizzare un progetto:

  1. Determinate quali siano i confini del sistema nel quale si origina un problema o volete collocare i vostro progetto.
Questo è ’ uno degli aspetti più delicati che un “pensatore sistemico” debba affrontare.
Prendiamo ad esempio questa semplice affermazione: “ho svolto male il mio lavoro (causa) e quindi sono stato rimproverato dal capo (effetto)”.
In questo caso, considerare come confini il solo binomio “dipendente- dirigente” può, come evidente, essere non risolutivo e  non prevenire il ripetersi del problema; ciò perché la radice dello stesso può risiedere altrove: ignorare quest’aspetto significa lasciare intatte le cause sottese che non tarderanno a ripresentarsi causando altri guai.

  1. Individuate le connessioni fra le variabili che costituiscono il sistema e come queste interagiscono
Una volta determinati i confini di spazio e tempo occorre individuare quali elementi del sistema sono connessi a quello in esame e che tipo di influenza esercitano.
Quello che dovete ottenere  è un modello dinamico della realtà capace di evidenziarei punti “caldi” in cui è possibile e opportuno intervenire.

  1. Individuate i fattori di leva, efficaci in funzione degli obiettivi che desiderate raggiungere
Lo straordinario vantaggio che un pensatore sistemico vanta nei confronti di un analista lineare è che mentre quest’ultimo concentra la sua attenzione ed i suoi sforzi sul problema e sul suo contenuto “qui ed ora”, il primo individua un punto anche lontano del sistema in base al quale attuare un intervento efficace.
  1. Stabilite una strategia di azione
Che tenga conto di quanto analizzato e dei fattori individuati.

  1. Attuate la strategia e verificatene gli effetti
Per accertarvi della reale efficacia della vostra azione.

  1. Modificate i vostri piani in funzione degli effetti prodotti
Adeguandovi e mantenendo piena consapevolezza di ogni nuova opportunità che le circostanze producono.

  1. Procedete mantenendovi fluidi fino al conseguimento dei vostri obiettivi
Siate dinamici ed elastici, aperti e sensibili, determinati ma flessibili.

Comunque la pensiate, questo modo di procedere è il solo che ci consentirà di essere efficaci e di ottenere risultati duraturi. Non esistono alternative, nello scenario nel quale siamo oggi chiamati a operare.
Se ne sentite la necessità potrete farvi assistere da un esperto che vi accompagni, almeno all’inizio, nella costruzione del vostro percorso.
Non stiamo dicendo che sarà semplice, ma una volta acquisita l’esperienza necessaria potremo considerare quanto la navigazione possa essere ben più gratificante della conduzione di una locomotiva.

Per il momento è tutto.
Vi ringrazio per l’attenzione e vi invito come sempre a intervenire sul blog “ESSERE e AGIRE” per postare commenti, richieste e per partecipare direttamente al nostro progetto.

A presto

Nessun commento:

Posta un commento