mercoledì 18 dicembre 2013

10 LINEE GUIDA PER IL 2014

Nel ringraziare tutti coloro che ci seguono sul Blog e in particolare quelli che hanno deciso di intraprendere il percorso che abbiamo proposto per il primo semestre 2014 vogliamo augurarvi il migliore anno nuovo e salutarvi con
10 Linee guida per affrontare al meglio il nuovo anno
(del grande Leo Buscaglia): 


1.CONOSCENZA, che vi da gli strumenti necessari per il vostro viaggio.
2.BUONSENSO, per usare la conoscenza accumulata nel modo che meglio servirà alla scoperta della vostra presenza e del vostro presente.
3.TOLLERANZA, per accettare gli altri, che possono avere una mentalità diversa dalla nostra, con gentilezza e comprensione, mentre con loro e in mezzo a loro percorrete la vostra strada.
4.ARMONIA, per accettare il flusso naturale della vita.
5.CREATIVITÀ, per aiutarvi a capire e a riconoscere nuove alternative e sentieri inesplorati.
6.FORZA, per resistere all' incertezza e continuare ad avanzare senza garanzie di ricompensa.
7.CALMA, per mantenervi centrati.
8.ALLEGRIA, per permettervi di sorridere lungo l’intero cammino.
9.AMORE, che sarà alla vostra guida costante verso il più alto livello di conoscenza di cui è capace l’uomo.
10.UNITÀ, che ci porta al punto di partenza… il luogo dove noi siamo uniti a noi stessi e a tutte le cose  

Essere e… Agire!
   Ci sentiamo l’anno prossimo !!!

lunedì 28 ottobre 2013

INCONTRIAMOCI !

ESSERE e AGIRE

INCONTRIAMOCI!
 

Benvenuti,
sono particolarmente emozionato nel pubblicare questo post perché vi devo annunciare un importante progetto nato da una sinergia che si preannuncia molto promettente.

Quale è dunque la proposta che abbiamo sviluppato?
Nell’audio allegato al post potrete conoscere i contenuti del progetto, ma l’invito è quello di partecipare alle serate di presentazione, a cui siete tutti invitati.
Abbiamo il patrocinio, oltre che della Provincia di Brescia, anche di alcune Amministrazioni Comunali, pertanto le serate dio presentazione si svolgeranno:

mercoledì 6 novembre 2013 ore 20,30  a CHIARI
lunedì 18 novembre 2013 ore 20,30 a CAPRIOLO
mercoledì 20 novembre 2013 ore 20,30 a PALAZZOLO
lunedì 25 novembre 2013 ore 20,30 a ERBUSCO

Potrete comprendere chiaramente in cosa consiste questa opportunità.
  


Chi di voi ha partecipato alle edizioni del festival CHIARISSIMA, festival del benessere e della vitalità che si tiene a nella splendida cornice di villa Mazzotti a Chiari in provincia di Brescia nel mese di maggio, ha perfettamente presente l’atmosfera che si respira in quella occasione: relazioni, scambi, esperienze che si intrecciano a creare oltre che proposte per il pubblico, opportunità per gli operatori presenti.


 Ed è proprio nell’ambito della mia partecipazione a questo festival, con lo stand della associazione UNICA energie e Ambiente, che ho incontrato Laura Alghisi e Alberto Turra - fondatori di ATLA Formazione.


 Condividendo alcune considerazioni con Giovanni Vitali, ideatore ed organizzatore del festival “Chiarissima” e fondatore della ass.ne Kundalini - abbiamo intuito la possibilità di collaborare a un progetto comune ed ecco che – partendo dal blog ESSERE e AGIRE, che molti di voi conoscono e spero apprezzino – è stato organizzato un ciclo di incontri rivolto a un pubblico eterogeneo,  che si propone dei precisi obiettivi.

Osserviamo cio che sta accadendo:
Stiamo vivendo una fase complessa e gravida di incertezze: ciò determina INERZIA E DEPRESSIONE del sistema socio-economico.
Dipendenti e subordinati sono in una situazione di PRECARIETA' e mancanza di prospettive certe.
Autonomi, professionisti aziende vivono un senso di INADEGUATEZZA dovuto alla arretratezza degli strumenti e delle pratiche adottate nello svolgimento delle proprie attività quotidiane, private o pubbliche che siano.
Abbiamo individuato il bisogno generalizzato di MIGLIORARE le proprie competenze e strumenti, SOLLECITARE e incoraggiare intraprendenza e proattività, SUPPORTARE nuove iniziative e progetti.
Emerge inoltre l’esigenza di gestione della COMPLESSITA' con un approccio sistemico e multidisciplinare.


Quindi abbiamo deciso di rivolgerci a GIOVANI, Startup, precari interessati a intraprendere percorsi di crescita personale e professionale, decisi ad attuare nuove idee e progetti, ma anche a PROFESSIONISTI, COMMERCIANTI, ARTIGIANI, IMPRENDITORI, desiderosi di acquisire nuove competenze e confrontarsi sul piano pratico, con l'esigenza di riqualificare la proprio attività e sperimentare nuove opportunità.

Non dovrete naturalmente decidere subito se continuare a seguirci, interessarvi ai nostri sviluppi e partecipare a questo ciclo di incontri.
Potetrete invece, dopo che ci saremo incontrati, riflettere liberamente su ciò che avete ascoltato.
Mentre siete in auto, diretti verso le vostre occupazioni, o mentre passeggiate tranquillamente, provate a immaginare a quanto potrebbe esservi utile ampliare la vostra rete di contatti e relazioni entrando in un network orientato positivamente a migliorare il vostro ESSERE e a apprendere strumenti e tecniche per elaborare progetti e programmi che potrebbero vedervi AGIRE da protagonisti.


Per il momento è tutto.
Vi ringraziamo per l’attenzione e siamo disponibili per qualunque esigenza presso i recapiti che troverete sul materiale divulgativo che abbiamo messo a diposizione e che provvederemo a pubblicare anche su questo blog.

A presto dal vostro Massimo.

Essere e Agire

martedì 24 settembre 2013

ESSERE e AGIRE
by Massimo Calabria
CAMBIAMENTO


Benvenuti, anche questo nuovo post del blog Essere e Agire si presenta con un supporto audio (vai al link http://www.youtube.com/watch?v=A6_81dP7H20) , come ormai di consuetudine, e avete la possibilità di fruire della registrazione, accedendo al link di cui sopra,  come se foste sintonizzati su una stazione radio.

Il tema del giorno è il cambiamento.

Passano i giorni, i mesi e , se li conti anche i minuti.
Qualcuno continua a sperare che la crisi “passerà”. Qualcuno ci dice che è già passata! Qualcun altro che ci sarà la ripresa, almeno una ripresina, non oggi, ma senz’altro domani o dopodomani…
Quello che noi però sappiamo è che indietro non si torna, ed è ormai evidente è che nulla sarà più come prima.
Le nuove tecnologie, i nuovi sistemi di comunicazione, di produzione, di scambio e commercio, di intrattenimento, il mercato del lavoro: tutto si sta trasformando e ci chiede adeguamenti ad ogni livello, personale e collettivo.


 Questa è da sempre la dinamica della Storia, senonchè oggi ciò che distingue questa particolare epoca da altre che l’hanno preceduta sono due fattori determinanti ovvero:
-         la VELOCITA’ con cui questi cambiamenti stanno avvenendo
-         la portata GLOBALE dei fenomeni in corso

In particolare ci soffermeremo sul primo di questi aspetti, la velocità, che riteniamo essere il più impattante sulla nostra percezione e sulle nostre abitudini.
Cambiamenti, anche su larga o larghissima scala, che avvenissero in tempi molto dilatati (dell’ordine di tempo di generazioni, ad esempio) ci consentirebbero un adattamento fisiologico o - per usare una metafora farmacologica - “omeopatico”.
Quando invece le trasformazioni avvengono in tempi ristretti (relativamente alla percezione umana) generano shock dovuti allo scarto fra le nuove condizioni e il tempo necessario all’ uomo per adattarsi ad esse.
La nostra naturale - e straordinaria - capacità di adattamento, che secondo Darwin è la caratteristica che ci ha consentito di evolvere a livelli eccezionali se paragonati alle altre specie animali, richiede infatti tempi fisiologici che – seppur soggettivi – sono necessari.

Con ciò non vogliamo dire che se i cambiamenti sono troppo rapidi per essere normalmente assimilati sia impossibile farvi fronte, ma che esiste una sorta di proporzionalità fra la compressione del tempo in cui il cambiamento si verifica e lo sforzo (quando non la vera e propria sofferenza) che l’adattamento richiede.
Come dire: dover cambiare troppo in fretta, senza avene scelto i criteri, può provocare pene anche notevoli.

Con ciò naturalmente stiamo generalizzando, né potrebbe essere altrimenti nell’ambito di queste sintetiche considerazioni. Ma riteniamo che l’esperienza comune dia conferma di quanto stiamo affermando.

Introduciamo allora alcune distinzioni, che ci permettono di articolare e ampliare le nostre riflessioni.
Innanzitutto occorre distinguere fra soggetti che temono il cambiamento e soggetti che ne sono positivamente stimolati.
I primi sono evidentemente persone abitudinarie, aggrappate alla proprie certezze e valori, ancorate a luoghi, persone, attività ormai sedimentate e ritenute confortanti.
Costoro purtroppo vivono ogni modificazione involontaria del loro quadro di stabilità come una piccola  - o grande - tragedia.
Vivere nell’illusione che la vita possa conservare perennemente le medesime circostanze è una fra le più frequenti cause di infelicità, in quanto le normali evoluzioni dell’esistenza vengono considerate un inaccettabile e crudele destino.
Così un lutto, una separazione,  ma anche la perdita di un posto di lavoro,o un semplice trasloco (circostanze che fanno normalmente parte della vita di ciascuno) sono causa di ansie, depressione e svariate patologie dovute alla somatizzazione del disagio provato a causa della incapacità di adattarsi ai cambiamenti.

Altre reazioni sono invece suscitate in persone le quali abbiano maggiore consapevolezza della aleatorietà della nostra condizione e della fatalità che in ogni istante ci accompagna.
Costoro, quanto meno, accettano quanto la vita gli riserva, sforzandosi di provare gratitudine per quanto c’è di buono e di gestire al meglio le cosidette avversità, e i cambiamenti che queste comportano.

Ma chi possiede il dono della curiosità, della apertura mentale, dell’ entusiasmo per la vita e della fiducia in se stesso e nel prossimo è colui che meglio di chiunque altro sa affrontare i cambiamenti che la vita sempre riserva.
Quando infatti si sa fare - come si dice – di necessità virtù, quando si sa cogliere nella crisi un’opportunità, quando si sa mantenere alta la tensione attiva e sfruttare ogni vento, donde questi provenga, allora il naturale evolvere della vita, con tutte le vicissitudini che inevitabilmente si presentano, sarà affrontato con il migliore spirito.


Altra distinzione è quella fra cambiamenti involontari, imposti dalle circostanze - come quelli che abbiamo finora considerato - e cambiamenti volontari, effettuati per scelta consapevole e deliberata.

Innanzitutto si consideri che il cambiamento volontario è, per definizione frutto di una scelta, e le scelte sono SEMPRE conseguenza di una emozione.
È ormai provato da innumerevoli studi e analisi quanto alla base delle scelte di ciascuno, ivi comprese le scelte relative ai cambiamenti da apportare alla propria vita, e quindi – banalmente – alle proprie abitudini, la razionalità incida in misura irrisoria rispetto alla nostra emotività.
Una volta effettuata la scelta, e quindi presa una decisione, si tratta poi di metterla concretamente in pratica, ed è a questo punto che la razionalità può essere di grande aiuto, per esempio nella definizione dei nuovi obiettivi e nella programmazione del loro raggiungimento.

Spesso anche i cambiamenti volontari comportano una sofferenza dovuta all’incertezza che sempre si presuppone intraprendendo una nuova strada.
È dimostrato come gli esseri umani siano di gran lunga più impediti dall’incertezza che non stimolati dalle aspettative: in pratica temiamo molto più l’ignoto di quanto confidiamo nel miglioramento.
Una bellissima canzone conteneva queste illuminate parole:
“…troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante, e quasi sempre dietro la collina è il sole…”

La buona notizia è che la propria capacità di gestire il cambiamento si può apprendere e migliorare, e che per chiunque (dai più prudenti ai più temerari) dotandosi degli strumenti giusti e applicando tecniche e metodi prestabiliti è possibile sia affrontare al meglio i cambiamenti imposti che ottenere i cambiamenti desiderati.
Ciò è di grande aiuto quando i tempi sono veloci come nell’epoca che stiamo appunto vivendo.

Concluderemo queste riflessioni invitandovi a considerare i seguenti passi, che sono considerati alla base di ogni percorso di cambiamento:

1)    Guardatevi allo specchio e chiedetevi chi siete e che cosa desiderate veramente
2)    Stabilite dei valori di riferimento che siano per voi dei punti fermi
3)    Definite le vostre vere ambizioni e le vostre mete
4)    Scegliete con chi condividere il vostro percorso
5)    Programmate i vostri passi
6)    Agite con coerenza e perseveranza
7)    Verificate i vostri risultati e correggete la rotta quando necessario


Ciascuno di questi punti andrà articolato e adeguatamente definito, ma mantenendo questo schema avrete un supporto utile per iniziare a orientare i vostri sforzi.
Se lo ritenete opportuno, fatevi aiutare, ma sappiate che solo quando lo studente è pronto il Maestro appare.
L’impatto sulla vostra vita potrebbe essere sconvolgente e gratificante oltre ogni aspettativa.

Non aspettiamo ingenuamente che la crisi “passi”, ma decidiamoci a iniziare il necessario cambiamento che ci permetterà di compiere il salto evolutivo che è ormai inevitabile.
Contattateci liberamente per condividere pareri o richieste.

Grazie per l’attenzione

A presto dal vostro Massimo. Essere e Agire

venerdì 19 luglio 2013

ESSERE & AGIRE - Potere personale

by Massimo Calabria
essereeagire.blogspot.it

POTERE PERSONALE
Benvenuti.
Sono Massimo Calabria e vi presento un nuovo video del mio blog denominato “ESSERE e AGIRE”.

Se vorrete dedicarmi qualche minuto di attenzione, il tempo che corrisponde a quello di una breve , e magari tonificante pausa, sarò ben lieto di condividere con voi qualcosa che considero utile per noi e per tutti.

… Piove, governo ladro! … E le istituzioni? Cosa fanno le istituzioni? … Nessuno si preoccupa dei nostri problemi! Incapaci! Disonesti! … ecc… ecc…

Oggi parleremo della AUTOCOSCIENZA e POTERE PERSONALE


 Ogni individuo è un mondo a sé. La Natura si diletta nella propria varietà.
Non esistono due caratteri, circostanze o avvenimenti uguali e diventerebbe perciò follia definire regole universali per condurre tutti a raggiungere i propri obiettivi.
Ogni uomo che ha conquistato qualcosa di importante lo ha fatto in un modo tipico della sua individualità


 L’individualità è la manifestazione del nostro Sé, del nostro Io più profondo, e ogni individuo è diverso da chiunque altro nell’universo. La misura in cui si esprimono i poteri della nostra individualità dipende dalla nostra autoconsapevolezza, altrimenti definita autocoscienza.

In altre parole:

L’AUTOCONSAPEVOLEZZA È IL PRIMO PREREQUISITO
FONDAMENTALE ALLA AUTOREALIZZAZONE
E IL SUO VERO SEGRETO

Prima di riuscire a raggiungere questo livello di libertà, è indispensabile ben comprendere
cos’è davvero l’Io, ovvero raggiungere l’autocoscienza.
Inizialmente questo argomento potrebbe non sembrarvi di fondamentale importanza ma cambierete subito parere quando scoprirete che, insieme alla autocoscienza, arriverà il vostro potere personale.

Se vi fermate un attimo ad analizzarvi vi accorgerete di avere, come ogni individuo, tre fasi o principi:
il corpo fisico, la mente, l’Io (o “il Sé”).

Il CORPO FISICO è composto da una quantità innumerevole di cellule, che si evolvono incessantemente durante ogni momento della nostra esistenza, strutturate in un organismo complesso mediante il quale svolgiamo le nostre azioni e entriamo in relazione pratica con la realtà, influenzandola e modificandola.

La MENTE è sede di emozioni (sentimenti/emotività) e ragione (o pensiero razionale).
Le prime sono sostanzialmente alla base delle nostre decisioni, la seconda determina le scelte ponderate e le riflessioni logiche.

IL SÈ è un’entità che non può essere divisa e da cui non si può sottrarre nulla, qualcosa che è impossibile danneggiare o ferire, qualcosa di unico e veramente REALE e stabile.
In sostanza, non è la mente che conosce, ma l’Io che utilizza la mente per conoscere.
Analogamente, il corpo è al servizio del Sé che lo utilizza per agire.


 Una efficace metafora per rappresentare tutto ciò è la seguente:
Il corpo è un carro, trainato da due cavalli (mente razionale e mente emotiva).
Le redini sono in mano al cocchiere (il Sé), che conduce il carro secondo la sua volontà, dominando i cavalli.
La migliore efficienza del carro (corpo) e dei cavalli (mente) consentirà al cocchiere (il Sé) di compiere al meglio il suo viaggio.

Su cosa o quale sia l’Energia Vitale, lo Spirito, il Soffio Divino che anima questa meravigliosa aggregazione di entità materiali e immateriali che costituisce l’ individuo, ciascuno potrà liberamente indagare: vi sono molte possibilità di analizzare a fondo questi argomenti e non è nostro compito farlo.

Il vero motivo per cui ve ne parliamo è che il raggiungimento della coscienza dell’esistenza dell’Io o del vero Sé si accompagna a una sensazione di solidità e di energia che si manifesterà attraverso di voi rendendovi solidi e forti.

IL RISVEGLIO DELLA COSCIENZA DEL VOSTRO IO
IN TUTTA LA SUA CHIAREZZA E BRILLANTEZZA
VI FARÀ PERCEPIRE LA VOSTRA FORZA
COSÌ COME NON VI È MAI ACCADUTO PRIMA


 Ricordatevi che, prima di poter esprimere la vostra individualità, vi dovete rendere conto di essere un individuo e che, prima che anche ciò avvenga, dovete essere coscienti del vostro Io, dovete cioè diventare autoconsapevoli.

SEI UN INDIVIDUO, COLMO DI VITA: CORPO, MENTE E POTERE DA USARE SECONDO LA TUA VOLONTÀ!
Trovate il modo di realizzare ciò e potrete attingere a una straordinaria fonte di energia e creatività, evitando i condizionamenti negativi e limitanti che costantemente ci circondano e minacciano il nostro umore, la nostra visione, la nostra volontà.

A questo punto però dovrete abbandonare ogni alibi per cui le cause dei vostri problemi sono da attribuire a cause esterne (governo ladro) e che le soluzioni sono a carico di chi ci rappresenta (le istituzioni…).

Possiamo e dobbiamo ritrovare fiducia, ottimismo, progettualità prendendo INNANZITUTTO coscienza di CHI SIAMO e delle nostre straordinarie capacità fisiche e mentali, dopodichè passare all’ azione assumendoci in pieno le nostre RESPONSABILITA’ individuali.

Concorderete su quanto ciò sia di essenziale importanza sopratutto OGGI, in questo momento difficile e confuso, in cui sembra che le redini della nostra vita ci stiano sfuggendo di mano, e le notizie che quotidianamente ci vengono propinate dai media ci offuscano la mente e la volontà. E dunque è proprio per questo che vi proponiamo alcune pratiche finalizzate all’ attivazione del proprio Sé.

Naturalmente affidarvi - almeno all’ inizio -  a una guida esperta vi permetterà di ottenere i migliori benefici, ma anche se ritenete che al momento non sia necessario non rinunciate a fare esperienza anche da soli.


 Esercitatevi nel mantenervi nel “qui e ora”
Si tratta semplicemente di mantenere l’attenzione su ogni microevento, sensazione, percezione che possiamo osservare mentre svolgiamo qualsiasi attività.
Mentre guidate, passeggiate, mangiate, siate semplicemente attenti alla temperatura dell’ aria, ai rumori o suoni che potete udire, a come i vostri piedi appoggiano a terra, a quante persone avete attorno, ai colori dei loro vestiti e al timbro delle loro voci, il vostro stato d’animo.
Noterete come nonappena deciderete di farlo, per qualche istante ciò vi sarà possibile, dopodichè qualche pensiero si insinuerà nella vostra mente e tornerete a pensare e distrarvi. Non importa, ogni qualvolta ve ne accorgete ricominciate a osservare e a ascoltare cio che ACCADE fuori e dentro di voi.
Esercitandovi in questo modo la vostra capacità di essere PRESENTI, consapevoli e attenti progredirà rapidamente.
Osservare i propri pensieri
Mentre siete indisturbati, magari chiudendo gli occhi, considerateli come se fossero degli uccelli che volano nell’orizzonte della vostra mente. Ogni pensiero appare, rimane per qualche istante per poi lasciare posto a un altro, o trasformarsi e dipanarsi in una sequenza di immagini che poi va sfumando da sè. Osservate come se fosse un film che non vi riguarda, ma al quale state semplicemente assistendo, senza controllarne la trama.

Tecniche di respirazione e rilassamento
Potete trovarne su qualunque manuale o sito internet sull’argomento.
Molto efficaci quelle basate sulla osservazione o controllo del respiro, magari potenziate da visualizzazioni.

Mantra
I mantra sono frasi ripetitive che possono avere diversi effetti benefici.
Alcuni calmano la mente, altri riducono l’ansia, altri favoriscono la concentrazione, altri ancora distendono i nervi o infondono fiducia e sicurezza.
Alcuni sono classici consolidati, conosciuti da millenni.
Altri, conoscendo alcune regole di formulazione, possono essere creati per particolari esigenze o circostanze. 
Particolarmente adatti per la loro pratica sono i momenti di rilassamento o attività in cui il corpo si muove ritmicamente senza compiere troppa fatica (camminate, pedalate tranquille).
Vi invitiamo impararne diversi, magari su consiglio di una guida esperta e sperimentarli poi a vostro piacimento, finchè vi affezionerete ai vostri preferiti.

La pratica di quanto vi abbiamo suggerito darà risultati concreti e immediatamente apprezzabili.
Recupererete freschezza e vitalità, energia e slancio necessari per affrontare e risolvere qualsiasi situazione.
  


Per il momento è tutto.
Vi ringrazio per l’attenzione e vi invito come sempre a intervenire sul blog “ESSERE e AGIRE” per raccontarci cosa avete sperimentato e i benefici che ne avete ottenuto.


A presto

lunedì 20 maggio 2013

SI PUO' FARE! - Progetto Manifattura



Progetto Manifattura – Rovereto


Come preannunciato nei primi post di questo blog, sarà dato spazio a casi concreti, che consideriamo esemplari, di idee e progetti che hanno trovato effettiva attuazione.
Tratteremo di svariati campi e ambiti, cercando di non focalizzare su specifici settori: vi invitiamo anzi a segnalarci casi di cui ritenete interessante parlare.
Quello che ci preme è mettere in evidenza come nel bel mezzo della crisi incalzante qualcuno stia trovando il modo, il tempo e il luogo per realizzare qualcosa di nuovo, intelligente e utile.

Inizieremo parlandovi del “PROGETTO MANIFATTURA” in corso di realizzazione a Rovereto (TN), consistente nel recupero di un’ area industriale dismessa per l’insediamento di funzioni innovative con criteri di sostenibilità  e visione strategica.


 Gli attori di questa avvincente e complessa impresa collettiva hanno saputo creare una sinergia fra enti pubblici e operatori privati, imprese e professionisti, oltre che reperire le risorse necessarie per avviare l’ambizioso programma.
Si è trattato evidentemente di impostare una visione di lungo respiro ma anche di gestire problematiche tecniche, economiche, finanziarie e burocratiche, oltre che di individuare modalità contrattuali e societarie, fino alla soluzione delle questioni organizzative, dalle più generali alle più spicciole e contingenti.
Oggetto dell’ intervento, il recupero di una vecchia fabbrica: la Manifattura Tabacchi, costruita a metà dell’ottocento e dismessa dopo 150 anni di storia produttiva.
Riteniamo che il caso sia interessante per una seri di motivi: mettiamone in evidenza i principali.

Innanzitutto, ripetiamo, per la capacità di coalizzare su un progetto condiviso diverse competenze e interessi, e di coordinare un team multidisciplinare che ha visto la partecipazione di  Provincia, Comune, Università, aziende, sindacati, fondazioni, studi, laboratori.

  
In secondo luogo, la scelta di utilizzare strutture esistenti anziché edificarne di nuove.
Il recupero del patrimonio edilizio consente sempre di evitare il consumo di nuovo territorio e quindi la preservazione delle risorse ambientali.
Ma se, come in questo caso, si tratta di un vero e proprio caso di archeologia industriale, ecco che la valorizzazione del patrimonio storico e della memoria collettiva costituiscono un notevole valore aggiunto.

Ciò che rende questo caso davvero considerevole è però la scelta delle funzioni da insediare, dettata da una visione straordinariamente lungimirante, almeno in Italia.
Le strutture recuperate sono state infatti destinate all’ insediamento di attività e professioni orientate alla ecologia, sostenibilità, efficienza energetica – in definitiva ai criteri su cui si fonda la cosidetta “Green Economy” - caratterizzate da un alto contenuto di innovazione e ricerca.
Significativo è il dato relativo all’età media degli operatori che sono ospitati dalla struttura: di poco superiore ai 30 anni.

La promiscuità delle attività è destinata a generare effetti positivi ad ampio spettro, per un semplice dato fatto: nessuno, da solo, ha mai potuto fare niente di importante.

È la lezione della storia, se non dell’esperienza di ciascuno di noi, ma è anche la lezione della scienza. Discendiamo infatti da primati sociali, e già nel corso della nostra evoluzione siamo probabilmente stati la specie che viveva nei gruppi sociali più numerosi.
Secondo alcuni studiosi, avremmo anzi sviluppato un cervello così grande proprio per gestire rapporti personali di collaborazione e competizione con tante altre persone. È poi all’interno di questi gruppi, soprattutto a partire dall’acquisizione del linguaggio parlato, che abbiamo cominciato a usare la nostra “arma” più preziosa: le conoscenze scambiate fra di noi e trasmesse da una generazione all’altra, cioè un’evoluzione culturale ben più rapida ed efficace di quella biologica.
E’ un dato acquisito che che le opportunità di sviluppo sono tanto maggiori quanto maggiore è la condivisione di conoscenze e competenze.

 L’aggregazione aumenta infatti la possibilità di incontrare persone con le quali collaborare o dalle quali di venire semplicemente a sapere qualcosa di utile. Le migliori opportunità ce le offrono proprio le persone con le quali abbiamo dei cosiddetti “legami deboli” – le semplici conoscenze, insomma – perché ci permettono di accedere ad altre cerchie, quindi a persone diverse da noi, le quali ci fanno conoscere cose che non sappiamo o ci aiutano in ciò che non sappiamo fare.
La cosa interessante è che l’importanza della aggregazione non è diminuita con lo sviluppo di Internet e delle comunicazioni a distanza, ma è aumentata.
La spiegazione di questo apparente paradosso è il fatto che in un’economia sempre più basata sulle idee e la creatività, le informazioni che si possono scambiare solo di persona diventano sempre più preziose. Il nostro cervello, d’altra parte, si è evoluto per fare esattamente questo.
Per questo la costituzione dei cosidetti cluster di competenze ha in svariati casi generato eccellenze.

Generalmente tali condizioni si realizzano in grandi centri e agglomerati urbani, penalizzati sotto diversi aspetti, i principali fra i quali inquinamento, stress urbano e traffico congestionato. In questo caso invece ci troviamo in un contesto ideale situato in una delle regioni più rinomate per qualità della vita.

In conclusione, riteniamo di essere di fronte a una felice intuizione che ha trovato il modo di concretizzarsi grazie alla convergenza di fattori e risorse fortemente voluta e abilmente gestita.

Favorire il rinnovo generazionale,  la capacità di fare rete, ma anche la cooperazione, l’emergenza dei talenti, la valorizzazione del merito, innovare e stimolare la competizione positiva sono parole d’ordine che troppo spesso abbiamo sentito pronunciare in pomposi discorsi mai seguiti da fatti concreti.
Tutto ciò richiede infatti intraprendenza, determinazione, capacità e perseveranza. Riteniamo che chi ha saputo mettere concretamente in campo tutto ciò superando ostacoli e difficoltà per raggiungere risultati esemplari costituisca oggi un modello di riferimento.

Si può fare!
www.progettomanifattura.it/

lunedì 29 aprile 2013

CREATIVITA'


CREATIVITA’


ascolta file AUDIO:

“Buongiorno S., come stai?”
“Bene grazie anche se, sai com’è, son tempi duri…”
Il mio amico S. è un giovane di talento. Simpatico,intelligente, competente. E disoccupato.
Mi racconta di come ha perso il lavoro a causa della azienda che ha chiuso e di come si sia rivelata inconcludente la ricerca di un nuovo posto, nonostante il suo brillante curriculum.
“In molti mi dicono di lasciare l’Italia ma io – mi dice – adoro questo straordinario paese e vorrei continuare a cercare lavoro qui”.


Caro S., temo che la “ricerca di un lavoro” per come l’abbiamo intesa fino ad oggi si rivelerebbe una logorante frustrazione e che finirebbe solo per debilitarti fisicamente e psicologicamente.
Ma c’è una cosa che puoi fare: inventartene uno.
Inventarsi un lavoro implica attivarsi e mettere in moto un processo creativo che determinerà una serie di conseguenze ed eventi che rendono molto più probabile l’approdo a qualche risultato, rispetto alla mera ricerca di un “posto” che oggi ha alte probabilità di rivelarsi inconcludente.
“Creatività, mi dici… ma io sono un tecnico che con la creatività ha avuto poco a che fare. creativi si nasce!”
Ecco – mi dico- un altro luogo comune, un mito da sfatare.

Purtroppo della creatività si hanno spesso concetti limitati e parziali, quando non completamente inappropriati.

Spessissimo - nella concezione comune - la creatività si traduce nel rompere (si noti bene: non nel superare, ma nel trasgredire) le regole, ed è un fatto privato che può rendere la vita più gratificante appagando il narcisismo individuale.
Altre volte si risolve in un hobby da coltivare senza troppe pretese nel tempo libero, o magari coincide con la capacità di destreggiarsi astutamente in campo lavorativo.
Insomma: nella pratica quotidiana, per i nostri connazionali, la creatività non è altro che una versione più sofisticata dell’arte di arrangiarsi.
Non c’è dunque da meravigliarsi se la prima grande ricerca sull’idea che gli italiani nel loro complesso hanno della creatività, svolta da Eurisko nel 2004, restituisce percezioni superficiali e contraddittorie: per un intervistato su due la creatività è importante per moda (60% di risposte positive) e cucina (43%). Per poco più di uno su venti (6% di risposte positive) è importante per l’economia.

Storicamente del tutto differenti l’attenzione e l’atteggiamento di altri paesi, e specie del mondo anglosassone, in primis gli Stati Uniti ma non solo, verso l’idea stessa di creatività intesa come motore del progresso umano: la preziosa e peculiare attitudine degli individui a scovare soluzioni nuove, a scoprire elementi e connessioni sconosciute, a sperimentare e a inventare.
  


Al concetto di creatività sono da tempo associati studi e applicazioni molto pragmatiche, ben lungi dalla ingenua visione di “genio e sregolatezza”.
Agli inizi del secolo scorso, nel 1906, il matematico francese Henri Poincaré, pubblica su “Scienza e Metodo” uno dei primi, e forse ancor oggi la più convincenti studi sulla “creatività”. Pochi anni dopo è il tedesco Wolfgang Köhler, uno dei fondatori della Psicologia della Gestalt, a coniare il termine insight per definire l’illuminazione creativa e a intuirne la natura istantanea e inattesa, ma non certo spontanea e “gratuita”.
Innumerevoli studi e pubblicazioni sono da allora seguite e oggi è ormai ampiamente consolidata una definizione secondo la quale la creatività consiste non tanto nell’ inventare nuove forme o concetti quanto nel

TROVARE CONNESSIONI NUOVE E UTILI
TRA ELEMENTI DISTANTI TRA LORO



Ciò fa oltretutto della creatività  un importantissimo fattore di adattamento e, come tale, costituisce un vantaggio evolutivo oltre che delle specie animali, per gli esseri umani, e si traduce in vantaggio competitivo per le aziende e le nazioni.

Creativi non si nasce, si può invece diventare. E’ dimostrato scientificamente.
Ma attenzione: senza formazione di base e senza preparazione specialistica è impossibile per chiunque immaginare, inventare, e dunque produrre innovazione di valore.
Non crediate che mostri sacri come Michelangelo, Leonardo o Darwin siano giunti ai loro straordinari risultati perché baciati dal soffio divino. Dalle loro biografie, come da tutti coloro che hanno ottenuti risultati creativi, emerge una dedizione e una abnegazione proporzionate alle loro leggendarie intuizioni.

È il Nobel Herbert Simon, padre dell’intelligenza artificiale, a formulare la Teoria dei dieci anni: non si possono ottenere risultati originali in qualsiasi ambito, dagli scacchi alla fisica quantistica, se non dopo almeno un decennio di costante applicazione, e dopo aver interiorizzato almeno cinquantamila chunks (letteralmente: “grossi pezzi”) di informazione.
Creatività, cultura e competenza dunque sono intimamente intrecciate non solo negli studi che indagano le dimensioni dell’ICC (l’industria culturale e creativa). Sono intrecciate perché l’una alimenta l’altra.
La capacità di pensare in modo creativo e di inventare qualcosa di nuovo non è un dono del cielo: è una conquista dell’individuo che decide di mettere a frutto un proprio grande o piccolo talento: studia, impara, sperimenta con tenacia ostinata, dedizione e passione. Lo fa per affermare se stesso. Per sfidarsi. Per curiosità e irrequietezza, per tenere sotto controllo un disagio, per trovare una ragione di vita.
Lo fa essendo disposto a lavorare in modo intensivo (le persone creative sono in genere
workaholic, e il problema non è convincerle a lavorare ma, se mai, a smettere).
Raramente lo fa – su questo tutti gli studiosi concordano – solo per soldi: la motivazione
intrinseca (il senso di gratificazione e orgoglio che ciascuno trae dal proprio saper pensare e saper fare, e dall’essere riconosciuto come persona capace) è, in termini di produzione creativa, molto più potente di quella estrinseca, costituita da premi materiali: la creatività ha una componente epica che andrebbe rispettata, e mai sottovalutata.
  
Fondamentale è l’importanza del contesto nel favorire o contrastare la vocazione creativa dei singoli: e “contesto” significa tante cose. Istruzione e formazione di buona qualità disponibili per tutti, e valorizzazione sociale dell’essere istruiti e formati. Fluidità sociale e meritocrazia. Disponibilità di risorse e di finanziamenti, e trasparenza nell’allocare le une e gli altri. Alta pressione sugli individui perché raggiungano risultati eccellenti, ma disponibilità degli strumenti indispensabili per raggiungerli. Ma anche apertura culturale: si considerino le catastrofiche conseguenze di considerazioni che, ancora nel 2010 un ministro di cui tacceremo il nome, varando una Finanziaria che tagliava i già modesti investimenti nazionali sulla cultura, giustificava la propria scelta a muso duro sostenendo che “la cultura non si mangia”!

E ancora: capacità di integrare conoscenze, esperienze, generazioni, generi.
Diversi studi dimostrano che la creatività dei gruppi non è correlata tanto alla creatività individuale dei singoli partecipanti quanto alla varietà di competenze, esperienze e prospettive che ciascun gruppo esprime nel suo complesso.
 
 In questa logica occorre sottolineare che istituire e promuovere in ogni campo, con forza, un patto generazionale per il trasferimento di conoscenze può fare, per lo sviluppo della creatività, molto più e meglio che un “largo ai giovani” detto così, a prescindere. In altre parole: buttar via l’acqua sporca insieme all’anziano esperto può rivelarsi, nel tempo, una pessima idea.

Ma a questo punto, considerato il carattere pratico che ci proponiamo di conferire ai post di questo blog, passeremo a qualche stimolo per avviare in voi lo sviluppo di facoltà per essere creativi.
Naturalmente i risultati dipenderanno, oltre che dallo zelo che dimostrerete nell’ esercitarvi, anche dalla intraprendenza che vi porterà a ulteriori e personali metodi per evolvere le vostre capacità.
Ricordiamo che abbiamo definito la creatività come la capacità di trovare connessioni nuove e utili, tra elementi distanti tra loro.

Iniziamo quindi con un esercizio classico, che denomineremo “multiuso”:
Elencate almeno 10 impieghi che potete fare di un oggetto di uso comune, per esempio uno stuzzicadenti. Sbizzarritevi nell’immaginare le più creative associazioni fra l’oggetto e i suoi possibili usi, e vedrete che l’elenco si allungherà sorprendentemente!
Passate poi ad altri oggetti (una pipa, una spugna, pile scariche…) e ciò conferirà alla vostra mente elasticità e nuove connessioni di neuroni.

Come secondo esercizio vi proponiamo di prendere una matita e un foglio e di disegnare (va bene anche uno scarabocchio) un nuovo mezzo di trasporto, della forma, dimensioni e materiali che preferite. L’importante è che si possa muovere e trasportare una o più persone. Divertitevi!

Terzo esercizio.
Inventate almeno tre storie (brevi o lunghe, non importa) contenenti le seguenti parole: ritardo - caffè - ricamo – pirata – errore – capovolto – sicuro.

Prendetelo come uno svago: comunque vada sarà un successo!
Ma sappiate che ciò che otterrete dipenderà – più che dalla vostro “talento creativo”, che pure contribuirà in una certa misura – dalla vostra cultura, apertura mentale, predisposizione, stato d’animo, conoscenze tecniche, esperienza, concentrazione…
Le muse vanno in soccorso a chi se lo merita.

L’invito con il quale vi lasciamo è infine quello di privilegiare la frequentazione di ambienti stimolanti e trasversali e a non circoscrivere le vostre relazioni al rassicurante circuito dei “soliti noti”.

Uscite! Osate! Impegnatevi! Sperimentate!
Questo è il momento di sviluppare la vostra creatività.