DAL PENSIERO LINEARE AL PENSIERO FLUIDO E CIRCOLARE
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Oggi
parleremo di PENSIERO SISTEMICO.
Viviamo in una società complessa, costantemente caratterizzata
da problematiche e contraddizioni.
Alla base di qualunque azione efficace si pone una giusta prospettiva entro cui inquadrare
la Realtà : è
necessario rivolgere lo sguardo oltre
i fattori e gli eventi isolati, per cogliere le articolazioni e le connessioni profonde fra le cose.
Alcune domande per indurci a riflettere:
·
Perché, a volte, quando stiamo per raggiungere un obiettivo ci
sembra che questo ci sfugga? Oppure quando stiamo facendo progressi
improvvisamente la tendenza si inverte?
·
Ci è mai capitato di risolvere un problema e che proprio
quest’azione pare crearne una sfilza di nuovi ? o che qualcosa che credevamo
risolto da tempo, ritorni a farci visita ?
·
perché un gruppo di persone che prese singolarmente sono
tutte molto valide, inserite in un contesto collettivo ottengono
risultati deludenti?
·
perché se aggiungiamo strade ad una città per fluidificare il
traffico, a parità di veicoli questo finisce per peggiorare?
Per poter rispondere dobbiamo sviluppare una capacità di visione globale per
cogliere i nessi tra eventi,
cause, effetti, relazioni.
Solo così possiamo maturare maggiore consapevolezza
di cosa causa i problemi, di cosa
invece origina il successo e di
quali siano i “punti di leva” maggiormente efficaci per generare soluzioni e
progressi.
Un utile approccio a tali esigenze è rappresentato
dal Pensiero Sistemico.
Sempre più spesso se ne parla, così come si parla di “interventi sistemici” nelle aziende, e molte scuole di business o
di sociologia il concetto di “sistemico”
viene citato, invocato e avocato sempre più frequentemente.
Ma cosa si intende per
Pensiero Sistemico?
Il concetto è complesso, e d’altra parte il pensiero sistemico
viene definito proprio per
affrontare la complessità della
nostra società attuale, che si manifesta a vari livelli.
Possiamo definire genericamente un Sistema come
un insieme di variabili interconnesse
Alla base di questa definizione apparentemente
semplice vi sono alcuni concetti
elementari che abbiamo acquisito fin dall’ infanzia: chi di noi non ricorda
di aver studiato, già nelle scuole primarie, i concetti di “insiemistica”? In
matematica poi abbiamo appreso cosa significa “variabile” (dipendente o
indipendente). Cosa siano le “interconnessioni” lo abbiamo intuito sistemando
la catena della nostra bicicletta…
Ma possiamo rintracciare evidenti considerazioni
riferibili al pensiero sistemico nella più grezza cultura popolare: si pensi a proverbi celeberrimi come “non si
possono fare i conti senza l’oste” o “non si può avere la botte piena e la
moglie ubriaca”.
La visione sistemica è frequentemente
presente anche in altri e più nobili ambiti, come la letteratura: citeremo ad esempio il poeta John Donne, ripreso anche
da Hemingway in un suo famoso romanzo, che scrisse:
“Nessun uomo è un'isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo
del continente, una parte del tutto. Se anche solo una nuvola venisse lavata
via dal mare, l'Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un
promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua
stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte
dell'umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te.”
Introduciamo una semplice metafora che può essere
efficace per esprimere ciò di cui stiamo parlando:
Se vuoi pescare non devi concentrarti sul pesce ma
saper conoscere il fiume.
Ma allarghiamo la nostra visione: il fiume scorre
in una valle (e introduciamo così l’idea di Sistema Complesso) e muta con le stagioni (e con questo abbiamo
introdotto il concetto si Sistema
Dinamico)!
Vi conforti sapere che il mondo in cui viviamo è un
sistema dinamico e complesso!
In sintesi: il Pensiero Sistemico rappresenta
una giusta prospettiva
nella quale inquadrare i problemi; esso rivolge lo sguardo oltre gli
eventi isolati, cercando invece di cogliere le articolazioni e le connessioni profonde esistenti tra essi.
Abbiamo
capito che quello di Pensiero Sistemico è un concetto antico, ma la sua
“riscoperta” ampliata e potenziata
da un’infinità di studi, teorie, applicazioni
operative, è invece tipico degli ultimi decenni, riguarda i settori più
disparati: dal benessere individuale alle più evolute teorie di business
management.
Peter Senge, uno dei guru
della disciplina afferma:
Il pensiero sistemico é un modo di pensare, é
un linguaggio per la descrizione e la comprensione delle forze e
delle interrelazioni che modellano il comportamento dei sistemi. Questa
disciplina ci aiuta a vedere come modificare i sistemi in modo più
efficiente e ad agire più in sintonia con i processi naturali
del mondo naturale ed economico.
Sempre Peter Senge:
“Le attività umane sono sistemi ma noi ci
concentriamo su istantanee di parti del sistema: poi ci
domandiamo perché i nostri problemi non si risolvono mai.”
In altre parole, le logiche lineari sono semplicemente uno strumento inadeguato: per questo motivo il pensiero sistemico le accantona e
fonda il suo funzionamento sul “pensiero fluido e circolare”.
Si potrebbe integrare il concetto allargando il
campo al pensiero laterale, che ha
molto a che fare con la creatività, ovvero con la riconfigurazione delle
connessioni del sistema secondo schemi inediti…ecc… ma ciò ci porterebbe fuori
tema.
Magari avremo altre
occasioni per parlarne.
La
maggior parte di noi ha “in embrione” le potenzialità
e le capacità di sviluppare Pensiero Sistemico e di applicarlo efficamente
nella vita quotidiana, ma trascura di coltivarle e dunque queste rimangono
nella fase latente, impedendoci di sperimentarne i benefici.
Perché oggi l’approccio sistemico alla realtà è
dunque diventato necessario? Perché
le vecchie logiche mostrano i loro limiti?
Se consideriamo quanto sia aumentata la
complessità del mondo in cui viviamo, quanto ne siano mutate le dinamiche e le
prospettive, potremo trovare molteplici
risposte a queste domande.
Sin dalla scuola ci hanno insegnato
ad analizzare ciò che è complesso scomponendolo nelle sue diverse parti, perché l’insieme sembra
troppo “difficile”.
Così facendo finiamo non solo col perdere la visione complessiva, ma anche il senso, il significato e la portata di quello stesso elemento nel suo contesto: lo osserviamo come se fosse un’entità a sé stante.
Così facendo finiamo non solo col perdere la visione complessiva, ma anche il senso, il significato e la portata di quello stesso elemento nel suo contesto: lo osserviamo come se fosse un’entità a sé stante.
Questo tipo di insegnamento è stato per secoli
funzionale alla formazione di masse di individui adattabili allo svolgimento di
mansioni schematiche e ripetitive, l’esasperazione delle quali è stata
raggiunta nella catena di montaggio o in mansioni di tipo impiegatizio e
burocratico.
Oggi non è più così: nella società post-moderna in cui la nostra parte del globo si è evoluta, i sistemi umani, composti da persone più consapevoli e culturalmente emancipate, non rispondono più a “regole schematiche” né seguono equazioni o funzioni matematiche a cui sembrava che potessero essere assoggettate.
E’ dunque inefficace
analizzarli secondo sequenze di causa-effetto anziché considerare
le molteplici combinazioni di fattori che, influenzandosi gli uni con gli altri, costituiscono
il sistema.
A lungo abbiamo condotto il nostro sviluppo come
una locomotiva sui binari: bastava che il ferroviere fornisse l’energia al
motore e effettuasse la manutenzione della macchina.
Ma la base di appoggio dei binari ha iniziato a
diventare sempre più fluida e oggi abbiamo l’impressione che si sia trasformata
in un mare agitato.
Possiamo pensare di continuare a condurre una
locomotiva in mare aperto?
Questo è uno dei motivi per cui, nella maggior
parte delle organizzazioni, utilizzando
vecchi metodi e strategie note, che pure in passato hanno determinato il successo, nel risolvere nuovi
problemi si rischia di non essere pertinenti, né - tantomeno - efficaci.
Si tratterà dunque di abbandonare la locomotiva e di cominciare a navigare in barca a
vela. Naturalmente da ferrovieri dovremo trasformarci in marinai, acquisendo
adeguate capacità e competenze.
Non ci inoltreremo nei meandri delle complesse
teorie che sottendono il Pensiero Sistemico, ma ci limiteremo a concludere con alcune
considerazioni pratiche, utilizzabili nell’ambito della nostra vita quotidiana,
soprattutto per quanto riguarda in
generale le nostre attività professionali.
Si può facilmente comprendere come, per esempio,
un’azienda
si possa definire a tutti
gli effetti un sistema; lo sono anche una famiglia, una pubblica
amministrazione, un’ autostrada, una squadra di calcio.
L’approccio generale è quello che viene di prassi
adottato nella implementazione di cosidetti “sistemi di qualità” tipo ISO 9001,
o gestione ambientale (14001).
Particolarmente di attualità quello relativo alla
efficienza energetica (50001) che, peraltro è fra quelli che si autoripagano in
tempi piu brevi…
Qui però dobbiamo
necessariamente generalizzare per comprendere i principi generali e che
tutto ciò sottende.
Eccovi dunque alcuni punti che potrete considerare
quando - ad esempio - vi si presenterà un problema o vorrete realizzare un
progetto:
- Determinate quali
siano i confini del sistema nel quale si origina un problema o volete
collocare i vostro progetto.
Questo è ’ uno degli
aspetti più delicati che un “pensatore sistemico” debba affrontare.
Prendiamo ad esempio questa
semplice affermazione: “ho svolto male il mio lavoro (causa) e
quindi sono stato rimproverato dal capo (effetto)”.
In questo caso,
considerare come confini il solo binomio “dipendente- dirigente” può,
come evidente, essere non risolutivo
e non prevenire il ripetersi del problema; ciò perché la radice
dello stesso può risiedere altrove:
ignorare quest’aspetto significa lasciare intatte le cause sottese che non tarderanno a ripresentarsi causando altri guai.
- Individuate le
connessioni fra le variabili che costituiscono il sistema e come queste
interagiscono
Una volta determinati i
confini di spazio e tempo occorre
individuare quali elementi del sistema sono connessi a quello in esame e che tipo di influenza esercitano.
Quello che dovete
ottenere è un modello dinamico della realtà capace di evidenziarei
punti “caldi” in cui è possibile e opportuno intervenire.
- Individuate i
fattori di leva, efficaci in funzione degli obiettivi che desiderate
raggiungere
Lo straordinario vantaggio che un pensatore sistemico vanta
nei confronti di un analista lineare è che mentre quest’ultimo
concentra la sua attenzione ed i suoi sforzi sul problema e sul suo contenuto “qui
ed ora”, il primo individua un punto anche
lontano del sistema in base al quale attuare un intervento efficace.
- Stabilite una
strategia di azione
Che tenga conto di quanto
analizzato e dei fattori individuati.
- Attuate la strategia
e verificatene gli effetti
Per accertarvi della
reale efficacia della vostra azione.
- Modificate i vostri
piani in funzione degli effetti prodotti
Adeguandovi e mantenendo
piena consapevolezza di ogni nuova opportunità che le circostanze producono.
- Procedete
mantenendovi fluidi fino al conseguimento dei vostri obiettivi
Siate dinamici ed
elastici, aperti e sensibili, determinati ma flessibili.
Comunque la pensiate, questo modo di procedere è il solo che ci consentirà di essere
efficaci e di ottenere risultati duraturi. Non esistono alternative, nello
scenario nel quale siamo oggi chiamati a operare.
Se ne sentite la necessità potrete farvi assistere
da un esperto che vi accompagni, almeno all’inizio, nella costruzione del
vostro percorso.
Non stiamo dicendo che sarà semplice, ma una volta
acquisita l’esperienza necessaria potremo considerare quanto la navigazione possa
essere ben più gratificante della conduzione di una locomotiva.
Per il momento è tutto.
Vi ringrazio per l’attenzione e vi invito come
sempre a intervenire sul blog “ESSERE e AGIRE” per postare commenti, richieste
e per partecipare direttamente al nostro progetto.
A presto
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