Progetto Manifattura – Rovereto
file audio: http://www.youtube.com/watch?v=NGZWti2U-gk
Come preannunciato nei primi post di questo blog, sarà dato spazio
a casi concreti, che consideriamo
esemplari, di idee e progetti che hanno trovato effettiva attuazione.
Tratteremo di svariati campi e ambiti, cercando di non focalizzare
su specifici settori: vi invitiamo anzi a segnalarci casi di cui ritenete
interessante parlare.
Quello che ci preme è mettere in evidenza come nel bel mezzo della
crisi incalzante qualcuno stia trovando il modo, il tempo e il luogo per
realizzare qualcosa di nuovo, intelligente e utile.
Inizieremo parlandovi del “PROGETTO MANIFATTURA” in
corso di realizzazione a Rovereto (TN), consistente nel recupero di un’ area
industriale dismessa per l’insediamento di funzioni innovative con criteri di
sostenibilità e visione strategica.
Gli attori di questa avvincente e complessa impresa
collettiva hanno saputo creare una sinergia
fra enti pubblici e operatori privati, imprese e professionisti, oltre che
reperire le risorse necessarie per avviare l’ambizioso programma.
Si è trattato evidentemente di impostare una visione di lungo respiro ma anche di
gestire problematiche tecniche, economiche, finanziarie e burocratiche, oltre
che di individuare modalità contrattuali e societarie, fino alla soluzione
delle questioni organizzative, dalle più generali alle più spicciole e
contingenti.
Oggetto dell’ intervento, il recupero di una vecchia
fabbrica: la Manifattura Tabacchi, costruita a metà dell’ottocento e dismessa
dopo 150 anni di storia produttiva.
Riteniamo che il caso sia interessante per una seri
di motivi: mettiamone in evidenza i principali.
Innanzitutto, ripetiamo, per la capacità di coalizzare su un progetto condiviso diverse competenze
e interessi, e di coordinare un team multidisciplinare che ha visto la
partecipazione di Provincia, Comune,
Università, aziende, sindacati, fondazioni, studi, laboratori.
In secondo luogo, la scelta di utilizzare strutture
esistenti anziché edificarne di nuove.
Il recupero
del patrimonio edilizio consente sempre di evitare il consumo di nuovo
territorio e quindi la preservazione delle risorse ambientali.
Ma se, come in questo caso, si tratta di un vero e
proprio caso di archeologia industriale,
ecco che la valorizzazione del patrimonio storico e della memoria collettiva costituiscono
un notevole valore aggiunto.
Ciò che rende questo caso davvero considerevole è
però la scelta delle funzioni da
insediare, dettata da una visione straordinariamente lungimirante, almeno
in Italia.
Le strutture recuperate sono state infatti destinate
all’ insediamento di attività e professioni orientate alla ecologia, sostenibilità, efficienza energetica – in definitiva ai
criteri su cui si fonda la cosidetta “Green Economy” - caratterizzate da un
alto contenuto di innovazione e ricerca.
Significativo è il dato relativo all’età media degli operatori che sono
ospitati dalla struttura: di poco superiore ai 30 anni.
La promiscuità delle attività è destinata a generare
effetti positivi ad ampio spettro,
per un semplice dato fatto: nessuno, da solo, ha mai
potuto fare niente di importante.
È la lezione della storia, se non
dell’esperienza di ciascuno di noi, ma è anche la lezione della scienza. Discendiamo
infatti da primati sociali, e già nel corso della nostra evoluzione siamo probabilmente
stati la specie che viveva nei gruppi sociali più numerosi.
Secondo alcuni studiosi, avremmo anzi sviluppato un cervello così
grande proprio per gestire rapporti personali di collaborazione e competizione con tante altre persone. È poi
all’interno di questi gruppi, soprattutto a partire dall’acquisizione del
linguaggio parlato, che abbiamo cominciato a usare la nostra “arma” più
preziosa: le conoscenze scambiate fra di noi e trasmesse da una generazione all’altra,
cioè un’evoluzione culturale ben più rapida ed efficace di quella biologica.
E’ un dato acquisito che che le opportunità di sviluppo sono tanto
maggiori quanto maggiore è la condivisione
di conoscenze e competenze.
L’aggregazione aumenta infatti la possibilità di incontrare
persone con le quali collaborare o dalle quali di venire semplicemente a sapere
qualcosa di utile. Le migliori opportunità ce le offrono proprio le persone con
le quali abbiamo dei cosiddetti “legami deboli” – le semplici conoscenze, insomma
– perché ci permettono di accedere ad altre cerchie, quindi a persone diverse
da noi, le quali ci fanno conoscere cose che non sappiamo o ci aiutano in ciò
che non sappiamo fare.
La cosa interessante è che l’importanza
della aggregazione non è diminuita con lo sviluppo di Internet e delle
comunicazioni a distanza, ma è aumentata.
La spiegazione di questo apparente paradosso è il fatto che in
un’economia sempre più basata sulle idee
e la creatività, le informazioni che si possono scambiare solo di persona
diventano sempre più preziose. Il nostro cervello, d’altra parte, si è evoluto
per fare esattamente questo.
Per questo la costituzione dei cosidetti cluster di competenze ha in svariati casi generato eccellenze.
Generalmente tali condizioni si realizzano in grandi
centri e agglomerati urbani, penalizzati sotto diversi aspetti, i principali
fra i quali inquinamento, stress urbano e traffico congestionato. In questo
caso invece ci troviamo in un contesto ideale situato in una delle regioni più rinomate per qualità della vita.
In conclusione, riteniamo di essere di fronte a una
felice intuizione che ha trovato il modo di concretizzarsi grazie alla
convergenza di fattori e risorse fortemente voluta e abilmente gestita.
Favorire il rinnovo generazionale, la capacità di fare rete, ma anche la
cooperazione, l’emergenza dei talenti, la valorizzazione del merito, innovare e
stimolare la competizione positiva sono parole d’ordine che troppo spesso
abbiamo sentito pronunciare in pomposi discorsi mai seguiti da fatti concreti.
Tutto ciò richiede infatti intraprendenza,
determinazione, capacità e perseveranza. Riteniamo che chi ha saputo mettere concretamente in campo tutto ciò
superando ostacoli e difficoltà per raggiungere risultati esemplari costituisca oggi un modello di riferimento.
Si può fare!
www.progettomanifattura.it/